Chiara Garbarini > Psicologia dell'età adulta

Ansia e attacchi di panico

“Di regola, ciò che non si vede disturba la mente degli uomini assai più profondamente di ciò che essi vedono.”
Giulio Cesare

Cos’è l’ansia?

I disturbi d’ansia rientrano tra i disturbi psichici maggiormente diffusi nella nostra società.
L’ansia è una condizione psichica, prevalentemente consapevole, caratterizzata da sensazioni di paura. In ambito psicoanalitico più che di ansia si parla di angoscia.
Secondo la letteratura, possiamo definire ansia il processo psichico attraverso il quale l’individuo reagisce a stimoli esterni di pericolo, attivando risposte che coinvolgono sia il soma che la psiche (Invernizzi, 2006, p. 161). Il ruolo dell’ansia sarebbe non solo quello di segnalare un pericolo, ma anche di predisporre il soggetto a due possibili modalità comportamentali: l’evitamento o l’attacco.

Quando l’ansia diventa patologica?

Molti autori sottolineano la fondamentale distinzione tra ansia fisiologica e ansia patologica. La prima determina un’attivazione delle funzioni psicofisiche del soggetto in maniera funzionale al superamento del pericolo; un esempio è quella dell’ansia pre-esami che tutti abbiamo sperimentato e che permette di affrontare l’esame con la giusta carica per superarlo. Diverso è il discorso per l’ansia patologica, in cui l’attivazione delle funzioni psicofisiche risulta sproporzionata allo stimolo e determina una riduzione delle capacità operative dell’individuo. Possiamo quindi affermare che l’ansia diventa patologica quando si perde il controllo delle proprie emozioni, si sperimentano sentimenti di impotenza e insicurezza con sofferenza e disagio e si è incapaci di affrontare situazioni nuove o impreviste.

Come si supera lo stato d’ansia?

Il compito della psicoterapia è quello di comprendere le origini inconsce di tale ansia, dare un senso e trovare le energie per affrontarla e superarla.

Qual è la differenza tra ansia e attacchi di panico?

Gli attacchi di panico, a differenza dell’ansia, durano generalmente pochi minuti, ma causano al paziente una considerevole angoscia. Oltre a sintomi fisici come vertigini, sudorazione, tremore e tachicardia, i pazienti con disturbo da attacchi di panico spesso avvertono una sensazione di morte imminente.
Siccome gli attacchi di panico sono ricorrenti, i pazienti spesso sviluppano una forma secondaria di ansia anticipatoria, preoccupandosi perennemente di quando e dove avverrà l’attacco successivo.
In alcuni casi gli attacchi sembrano “venire dal nulla”, senza apparenti fattori ambientali o psicologici.

Quali sono i sintomi di un attacco di panico?

Secondo il manuale diagnostico DSM i sintomi tipici possono essere:

  • Palpitazione e battiti irregolari, pesanti, agitazione nel petto, sentirsi il battito in gola)
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare qualcosa di imbarazzante in pubblico o la paura di scappare quando colpisce il panico o di perdere la calma)
  • Sensazioni di sbandamento, instabilità
  • Tremori fini o a grandi scosse
  • Sudorazione
  • Sensazione di soffocamento
  • Dolore o fastidio al petto
  • Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai propri processi di pensiero o dal corpo)
  • Brividi
  • Vampate di calore
  • Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio)
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazione di asfissia (stretta o nodo alla gola)

Come superare gli attacchi di panico?

La terapia psicoanalitica, che considera l’attacco di panico conseguenza di un disturbo dell’identità personale e della crisi di assetti difensivi, ha come scopo quello di agire a livello strutturale e non solo sintomatico. Per questo motivo è fondamentale lavorare in seduta sull’attacco di panico, focalizzandolo ogni volta che si manifesta e cercando di capire con il paziente le sensazioni, percezioni o pensieri che l’hanno preceduto e accompagnato.
Solo così è possibile cominciare a riconoscere come si formano i sintomi, in quali situazioni più facilmente compaiono e quale é il ruolo dell’immaginazione catastrofica.
Il paziente ha così la possibilità di rivivere in seduta la vicenda traumatica che viene analizzata e condivisa con il terapeuta prendendo consapevolezza di quello che sta succedendo al fine di poter trovare nuove energie per superare e andare oltre al “trauma”.
Può succedere che i pazienti con attacchi di panico invalidanti possano avere bisogno di una combinazione di terapia farmacologica e psicoterapia.

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